Adolescenza e abbandono scolastico
In età evolutiva, specialmente in
adolescenza, la presenza di fragilità nell’ambito della regolazione dell’umore,
dei comportamenti e delle emozioni così come nell’ambito delle funzioni
cognitive (attenzione, funzioni esecutive, coordinazione motoria,
apprendimenti), può compromettere l’adattamento alle richieste esterne da parte
del contesto scolastico ostacolando l’apprendimento, la socializzazione e la
costruzione di un senso di sé come membro di una comunità.
Il persistere e l’aggravarsi di queste difficoltà, se non opportunamente rilevate e gestite, può comportare esiti ad alto rischio evolutivo, quali l’emergere di disturbi come la bassa autostima, la depressione e l’ansia, ma sfociare anche in comportamenti oppositivi o apertamente dirompenti e, in alcuni casi, comportare un abbandono scolastico o un vero e proprio blocco evolutivo. Al fine di garantire a ogni minore l’assolvimento dei compiti evolutivi tipici della fase evolutiva attraversata, oltre ad un eventuale lavoro psicopedagogico e clinico diretto sul minore e sulla famiglia, si rende necessario attivare una collaborazione con l’istituzione scolastica con lo scopo di condividere informazioni sui punti di forza e debolezza del minore e pensare azioni educative e didattiche che possano ridurre i fattori ambientali che ostacolano l’adattamento del minore.
Il persistere e l’aggravarsi di queste difficoltà, se non opportunamente rilevate e gestite, può comportare esiti ad alto rischio evolutivo, quali l’emergere di disturbi come la bassa autostima, la depressione e l’ansia, ma sfociare anche in comportamenti oppositivi o apertamente dirompenti e, in alcuni casi, comportare un abbandono scolastico o un vero e proprio blocco evolutivo. Al fine di garantire a ogni minore l’assolvimento dei compiti evolutivi tipici della fase evolutiva attraversata, oltre ad un eventuale lavoro psicopedagogico e clinico diretto sul minore e sulla famiglia, si rende necessario attivare una collaborazione con l’istituzione scolastica con lo scopo di condividere informazioni sui punti di forza e debolezza del minore e pensare azioni educative e didattiche che possano ridurre i fattori ambientali che ostacolano l’adattamento del minore.
Il peso dei fattori interpersonali
sull’abbandono sono collegati all’idea di scuola come comunità, alla percezione
che l’allievo ha della scuola e, soprattutto, alla relazione che egli
intrattiene con gli altri compagni. Va prestata particolare attenzione al ruolo svolto dalle relazioni fra pari la cui associazione con l’insuccesso
scolastico è stata posta sotto i riflettori evidenziando la relazione inversa esistente tra il grado di
accettazione del soggetto nel gruppo dei pari e l’insuccesso scolastico. I
ragazzi con comportamenti antisociali ed aggressivi tendono ad essere rifiutati
dalla maggior parte dei compagni, con l’effetto di essere collocati ai margini
delle quotidiane attività scolastiche; essi tendono, inoltre, in virtù di tale
esclusione, ad aggregarsi in gruppi omogenei accomunati da un atteggiamento di
rifiuto verso la scuola. Questo meccanismo genera sempre più opposizione e
reattività nei confronti del sistema scolastico e comunitario. L’azione di
questi meccanismi è particolarmente precoce e il rifiuto sociale nell’infanzia
costituisce una bussola sul disadattamento ed insuccesso scolastico in
adolescenza.
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