La mediazione familiare nel campo della separazione


L’evento separativo si trova sempre più ad essere una possibile, frequente e importante transizione nella vita di un gran numero di famiglie. La società nei suoi singoli individui tende a unirsi e a costituirsi in sistemi familiari che diventano progetti di vita, e qualora questi falliscano il sentimento di perdita è molto alto, diventando così la separazione un evento luttuoso vero e proprio che può produrre comportamenti sintomatici e dinamiche relazionali disfunzionali, con esiti negativi per le famiglie in questione e con ricadute sul sistema sociale nel complesso. Come tutte le transizioni, pur presentando elementi di rischio, anche la fine del legame coniugale può essere occasione di crescita e arricchimento per tutti i membri del sistema familiare. Un tale esito positivo dipende sia dalle reali risorse personali dei genitori sia dagli strumenti che questi hanno a disposizione, tra cui la mediazione familiare riveste un ruolo primario nell’accompagnare costruttivamente i genitori che si trovano ad affrontare la separazione coniugale, facendo in modo che la funzione della genitorialità non si interrompa nonostante l’interruzione del legame matrimoniale (o di convivenza). La mediazione partendo dalla fine del legame coniugale aiuta i genitori a riorganizzare la propria vita proprio dalla quotidianità, infatti gli accordi raggiunti in mediazione sono presi sulle reali esigenze di quella famiglia, proprio perché raggiunti attraverso la negoziazione fatta dai genitori stessi.
La mediazione familiare sostituisce la cornice di fallimento che da sempre accompagna la separazione coniugale con una capacità di apertura, di attesa, di lettura diversificata dell’evento, che nella sostanza produce un cambiamento culturale. Come ogni reale cambiamento è necessario del tempo affinché venga interiorizzato. I genitori sembrano dimostrare che l’essere passati dall’esperienza di mediazione ha permesso loro di uscire dall’individualità dell’evento, comprendendone stereotipi e pregiudizi, li ha aiutati a passare dal particolare all’universale di questo evento proprio utilizzando la loro esperienza. La mediazione familiare assurge a strumento efficace al fine di affrontare alcuni dei bisogni che emergono durante la separazione, riuscendo a gestire il conflitto in modo costruttivo: rabbia, senso di colpa, ansia, paura del futuro per sé e per i figli sono i sentimenti che più vi trovano un contenitore positivo. Un vantaggio significativo viene dall’aiuto dato nell’accettare l’evento separativo e laddove la scelta provenga da uno solo dei coniugi, la mediazione offre un sostegno concreto all’altro nell’elaborazione della fine della relazione. Per i minori una buona gestione di questi aspetti da parte dei genitori è fondamentale proprio per evitare quella confusione che può portarli a ritenersi responsabili dell’accaduto. È quindi fondamentale che ci sia corrispondenza tra ciò che viene detto e ciò che accade, sia a livello di azioni che di tempi, inoltre è fondamentale dare questo tipo di comunicazioni insieme e in ambienti protetti, dove i bambini se vogliono possono manifestare senza vergogna i propri sentimenti.

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